Le start-up: un'opportunità per diventare da dipendenti a imprenditori
Cos’è una start-up
Una start-up è l'operazione e il periodo durante il quale si avvia un'attività imprenditoriale o un’impresa. 

Nella fase di start-up vengono definiti in un business plan gli obiettivi, le modalità di lavoro, i tempi e modi di sviluppo. 

Una volta impostato il progetto si procede col funding e la strutturazione dell’impresa per l’avvio delle attività (spazi, strumenti, personale). 

Le start-up possono consistere nell’avvio di un’attività completamente nuova, o possono anche essere collegate all’acquisto di una attività già esistente o all’associazione con altri imprenditori.

Una start-up può rappresentare uno sviluppo per dipendenti di azienda dotati di idee e spirito imprenditoriale in cui utilizzare le competenze e le relazioni acquisite, o anche un’opportunità per persone rimaste senza lavoro in situazioni di ristrutturazione aziendale.

Avviamo una start-up
Il primo passo nell’avvio di una start-up è il business plan, che permette di definire prodotti o servizi, mercati, ricavi e costi, piano finanziario coi relativi tempi di incasso ed esborso, risorse necessarie (know-how, spazi, personale, strumenti operativi, finanza) e modalità per ottenerle, forma sociale della start-up.

Nella sua fase di avvio la start-up deve essere dimensionata sui volumi previsti nella fase iniziale di attività, prevedendo però la possibilità di rivedere la struttura in modo flessibile a seconda delle esigenze. 

Per contenere i costi e per renderli variabili è opportuno utilizzare, ove possibile,  servizi esterni a costi variabili a seconda dell’utilizzo (uffici virtuali ma con spazi di lavoro utilizzabili secondo necessità, co-working, logistica esternalizzata, servizi professionali, software, etc.).

Nel caso del dipendente che decide di avviare un’attività professionale indipendente può essere valutata l’ipotesi di associarsi con altre persone nella stessa situazione ma con competenze diverse, ad esempio un responsabile commerciale con un tecnico specialista nella produzione o con un responsabile amministrativo.

Il Business Plan
Il Business Plan (o piano strategico d'impresa o piano di fattibilità) è lo strumento per presentare e pianificare il progetto d'impresa che si intende realizzare.

Deve approfondire tutti i principali aspetti del progetto, quali:
 l'idea imprenditoriale
 la struttura organizzativa dell'azienda
 l'analisi del mercato di riferimento
 il piano delle vendite del prodotto/servizio
 il piano di produzione (solo per le aziende di produzione)
 il piano degli investimenti
 il piano economico-finanziario
 la valutazione del possibile impatto del progetto sul mercato economico-finanziario e occupazionale  
 la struttura patrimoniale dell’impresa (fattore di valutazione delle banche in caso di accesso al credito)

La stesura del piano permette a chi vuole avviare una nuova impresa di verificare la validità della propria idea e la sua attuabilità, valutando i tempi, i costi e, più in generale, le azioni necessarie a renderla operativa.  

Il Business Plan va rivisto periodicamente anche ad impresa già avviata in quanto consente di controllare l'attività imprenditoriale e l'andamento generale dell'attività e di riconsiderare eventuali scelte operative.

Il Business Plan è indispensabile nell’ipotesi di ricorso al credito.

La forma sociale della start-up, e le opportunità offerte dal Decreto Crescita per le Start-Up Innovative
La forma sociale da dare alla start-up dipende dall’attività prevista, dal numero di persone coinvolte, da aspetti fiscali e normativi individuali, da valutare col prorio Commercialista o Notaio.
Esiste una nuova alternativa riservata alle Start-Up Innovative (SUI), introdotte con la legge 221 del 18/12/12 (Decreto Sviluppo Bis), che ha introdotto per la prima volta una definizione di startup che abbia un valore normativo.

La norma riguarda l’avvio di aziende che abbiano come oggetto la produzione, lo sviluppo, la commercializzazione di servizi o prodotti innovativi ad alto tasso di tecnologia. Per via delle condizioni molto favorevoli offerte rappresenta un'ottima occasione per coloro che vogliono realizzare un proprio progetto, o che a causa delle difficoltà del mercato del lavoro decidono di realizzare il progetto di mettersi in proprio, anche come occasione di auto-impiego. 

I requisiti previsti per poter costituire una SUI sono:
 i soci, persone fisiche, detengono al momento della costituzione e per i successivi 24 mesi la maggioranza delle quote o azioni rappresentative del capitale sociale e dei diritti di voto nell'assemblea ordinaria dei soci;
 è costituita e svolge attività d'impresa da non più di quarantotto mesi;
 ha la sede principale dei propri affari e interessi in Italia;
 a partire dal secondo anno di attività della start-up innovativa il totale del valore della produzione annua, così come risultante dall'ultimo bilancio approvato entro sei mesi dalla chiusura dell'esercizio, non è superiore a 5 milioni di euro;
 non distribuisce e non ha distribuito utili;
 ha, quale oggetto sociale esclusivo o prevalente, lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico;
 non è stata costituita da una fusione, scissione societaria o a seguito di cessione di azienda o di ramo di azienda.

Possiede almeno uno dei seguenti ulteriori requisiti: 
 le spese in ricerca e sviluppo sono uguali o superiori al 20 per cento del maggiore valore fra costo e valore totale della produzione della start-up innovativa. Dal computo per le spese in ricerca e sviluppo sono escluse le spese per l'acquisto e la locazione di beni immobili. Ai fini di questo provvedimento, in aggiunta a quanto previsto dai principi contabili, sono altresì da annoverarsi tra le spese in ricerca e sviluppo: le spese relative allo sviluppo precompetitivo e competitivo, quali sperimentazione, prototipazione e sviluppo del business pian, le spese relative ai servizi di incubazione forniti da incubatori certificati, i costi lordi di personale interno e consulenti esterni impiegati nelle attività di ricerca e sviluppo, inclusi soci ed amministratori, le spese legali per la registrazione e protezione di proprietà intellettuale, termini e licenze d'uso;
 le spese risultano dall'ultimo bilancio approvato e sono descritte in nota integrativa. In assenza di bilancio nel primo anno di vita, la loro effettuazione è assunta tramite dichiarazione sottoscritta dal legale rappresentante della start-up innovativa;
 impiego come dipendenti o collaboratori a qualsiasi titolo, in percentuale uguale o superiore al terzo della forza lavoro complessiva, di personale in possesso di titolo di dottorato di ricerca o che sta svolgendo un dottorato di ricerca presso un'università italiana o straniera, oppure in possesso di laurea e che abbia svolto, da almeno tre anni, attività di ricerca certificata presso istituti di ricerca pubblici o privati, in Italia o all'estero;
 sia titolare o depositario o licenziatario di almeno una privativa industriale relativa a una invenzione industriale, biotecnologica, a una topografia di prodotto a semiconduttori o a una nuova varietà 
vegetale direttamente afferenti all'oggetto sociale e all'attività d'impresa.
 
Fra gli incentivi degni di nota, va segnalato:
 credito d'imposta del 35% sulle assunzioni a tempo indeterminato di personale altamente qualificato fino ad un massimo di 200mila euro annui per ogni impresa;
 esenzione da imposta di bollo e diritti di segreteria dovuti per l'iscrizione al registro delle imprese e dal diritto annuale alle camere di commercio (comma 8 art. 26).

Per chi investe in Start-Up, è previsto che:
 dal 2013 al 2015 detrazione Irpef del 19% sulle somme investite in start up innovative, l'investimento massimo detraibile è di 500 mila euro per periodo d'imposta e deve essere mantenuto per almeno due anni;
 dal 2013 al 2015, se l'investitore è una società, non concorre alla formazione del reddito d'impresa il 20% della somma investita, investimento massimo, 1,8 milioni di euro per periodo d'imposta, da tenere per almeno due anni, l'agevolazione non si applica alle società di gestione del risparmio;
 sconti più alti per investimenti in start up a vocazione sociale e per quelle ad alto valore tecnologico del settore energetico (25% la detrazione per le persone fisiche, 27% la deduzione per le società).

Le modalità tecniche di avvio di una SUI, di iscrizione alla sezione apposita del Registro delle Imprese e l’ottenimento del requisito di Incubatore Certificato (definito nel Decreto Crescita) vanno verificate col proprio professionista.

Gli Incubatori Certificati sono società di capitali, residenti in Italia che sono in grado di offrire servizi qualificati alle start-up innovative. Deve disporre di strutture con spazi adeguati e dotazioni come accesso Internet, sale riunioni, attrezzature di prova e test, deve essere amministrato da persone di riconosciuta competenza in materia di imprese innovative. Deve collaborare con Università, centri di ricerca e istituzioni pubbliche. Come nel caso delle start-up, l’amministratore deve autocertificare i propri parametri, assumendosene la responsabilità legale e deve depositare l’autocertificazione presso le Camere di Commercio, che hanno il compito di istituire degli appositi registri per le start-up innovative e per gli incubatori auto-certificati.

Il funding
Nella fase di avvio dell’impresa, sia individuale sia in forma di società, nel caso in cui non si intenda avvalersi esclusivamente di proprie risorse finanziarie occorre definire ed avviare la ricerca di fonti esterne di credito.

La fonte principale di credito operativo è rappresentato dall’accesso al credito bancario, nelle sue varie forme. Le aziende di credito valutano le imprese da affidare sulla base del loro business plan, e del suo rispetto con controlli periodici.

Nel caso di necessità di finanziamenti per dotarsi di strumenti produttivi o comunque di risorse onerose per poter avviare l’attività, esistono investitori specializzati nelle start-up, reperibili su internet:
 investitori di seed capital (sotto 1 milione di Euro)
 early stage venture capital (tra 1 e 10 milioni di Euro)
 fondi di later stage (sopra 10 milioni di Euro)

Dopo il varo del Decreto Crescita anche enti finanziari tradizionali (banche, Poste Italiane) hanno cominciato ad avviare finanziamenti specifici per le start-up.

Facciamo sistema
Esistono molti canali per poter scambiare idee e contatti professionali con altre persone che hanno avviato una start-up, reperibili su internet:
 co-working (utilizzo di spazi condivisi con altre persone, con cui confrontarsi)
 associazioni di settore
 start-up events
 incubatori ed acceleratori, tra cui diverse università
 specialisti sulle start-up e media 

Il co-working sta cominciando ad essere finanziato dagli enti locali, soprattutto quando effettuato da giovani. Le Camere di Commercio di Ferrara e di Milano hanno già cominciato a stanziare fondi specifici per agevolare l’avvio di piccole attività imprenditoriali.

Francesco Ippolito
per approfondimenti: info@ippolitoconsulting.com
29 gennaio 2013